Zitto e balla: dal malware al cyberbullismo
Inauguro questa sezione dedicata ai film che parlano di sicurezza informatica e consapevolezza digitale partendo da Zitto e Balla, puntata 3 della prima stagione di Black Mirror - una delle mie serie preferite.
Black Mirror è una serie che non parla davvero di tecnologia, ma di noi. Mostra come ogni innovazione, se usata senza consapevolezza, diventa uno specchio che amplifica le nostre paure, i nostri desideri e i nostri limiti. Come ogni serie distopica che si rispetti, è uno sguardo crudo e lucido sull’essere umano connesso, e su quanto fragile possa diventare quando dimentica di esserlo.
A volte basta un click per perdere il controllo. È quello che accade nell’episodio di Black Mirror, “Zitto e Balla” (dall’inglese, Shut Up and Dance). Kenny, il protagonista, scarica un “malware cleaner” quindi uno di quei programmi che dovrebbe rimuovere dal computer i software malevoli (i malware, appunto) - ma in realtà quello che succede è che in quel preciso momento il suo computer viene infettato da uno spyware, un software malevolo creato appositamente per spiare le vittime e rubare informazioni confidenziali.
Il malware si attiva nel computer di Kenny, accede alla sua webcam e cattura qualcosa di profondamente personale - potete immaginare da voi. Da quel momento in poi, ogni sua azione viene guidata da una voce che non può ignorare. Una voce che lo ricatta, per evitare che venga diffuso quel “qualcosa di profondamente personale” che lo spinge a compiere gesti sempre più estremi, apparentemente senza via d’uscita.
Quella che all’inizio sembra una storia di hacking e violazione della privacy diventa presto una riflessione molto più profonda. Il ricatto informatico, infatti, è solo il punto di partenza: il vero motore della storia è la paura. La paura di essere scoperti, di essere giudicati, di perdere la propria reputazione o la propria immagine. È quella paura che trasforma un individuo qualunque in una pedina dentro una catena più grande, fatta di ordini, minacce e obbedienza cieca. Nel corso del film, Kenny conosce altre persone che proprio come lui sono state ricattate da questo troll, e insieme a loro compie azioni fuori dall’ordinario, come rapinare una banca, consegnare dolci a sconosciuti e altre cose che si spingono sempre oltre. La maggior parte delle azioni che il troll spinge a fare sono illegali e, basterà arrivare alla fine del film, per scoprire che
spoiler alert
Tutto quello che fanno in realtà verrà poi condiviso con familiari, amici e polizia e che quindi verranno tutti condannati. Questa serie insegna che basta un click per compromettere la propria vita e che la paura che vengano condivise certe informazioni così personali, fa compiere atti estremi per tutelarsi.
Il finale è spiazzante ed inevitabile e ci mostra che nulla era davvero segreto, che ogni maschera cade, e che dietro la tecnologia resta sempre l’essere umano, con la sua vulnerabilità.
“Zitto e balla” non parla solo di sicurezza informatica. Parla di consapevolezza, di quanto sia facile sottovalutare l’impatto delle nostre azioni online, di come la tecnologia possa diventare uno specchio che amplifica le nostre fragilità. Ci invita a interrogarci non tanto su quanto siamo protetti, ma su come ci relazioniamo al digitale. Ogni volta che concediamo un permesso, che clicchiamo su un link, che accediamo a una piattaforma, stiamo aprendo uno spazio intimo. E se non siamo presenti a noi stessi in quel gesto, se non comprendiamo davvero cosa stiamo condividendo, il confine tra uso e abuso può diventare sottile. La lezione più importante dell’episodio, però, non è tecnica ma umana.
Perché anche quando la tecnologia ci espone, ci manipola o ci inganna, resta sempre in noi la possibilità di fermarci, di scegliere, di recuperare una forma di libertà. Essere consapevoli non significa vivere nella paura di essere controllati, ma riconoscere che dietro ogni schermo, dietro ogni dato e ogni interazione, ci siamo noi. E ricordarci che restare umani è, e sarà sempre, la prima forma di sicurezza.
per i più paranoici: come evitiamo di finire come kenny?
Ogni volta che clicchi su un link verifica di che cosa si tratta e scarica programmi sempre e solo da fonti autorevoli. Spesso questi link arrivano tramite email e quindi in questo caso si tratta di phishing. Se hai ancora dubbi su questo mostro a 4 teste chiamate phishing, mi permetto di dire che fai bene, perchè si insidia ovunque e ti attacca quando meno te lo aspetti.
Il segreto? Un bel respiro prima di leggere ogni mail e un po’ di esercitazione, non a caso ti lascio un link qui da chi è più bravo di me a creare gamification, Google, e il suo quiz educativo: https://phishingquiz.withgoogle.com/

